
Continuiamo con la seconda parte della guida alla pesca a spinning, dedicata a tecniche e strategie, con un occhio al rispetto dell’ambiente. Se ti sei perso la Parte 1, con informazioni su attrezzatura ed esche, la puoi leggere qui.
Tecniche e approcci in acqua dolce
Lo spinning in acque interne varia a seconda del tipo di corso d’acqua.
1. Torrenti e piccoli fiumi di montagna
In questi ambienti le prede tipiche sono le trote fario e iridee, i cavedani e altri piccoli predatori. La tecnica richiede lanci precisi e corti, l’uso di esche leggere e la capacità di leggere la corrente. È consigliabile lanciare a monte e recuperare seguendo il flusso dell’acqua, evitando di fare rumore per non spaventare i pesci.
2. Fiumi di pianura e grandi laghi
In queste acque si possono trovare lucci, sandre, persici, aspi e black bass. La tecnica prevede l’uso di esche più grandi e pesanti per lanci lunghi, con recuperi a scatti o lineari alternati a pause. L’obiettivo è stimolare l’aggressività del predatore mediante movimenti naturali o jerkate.
3. Cave e laghetti a pagamento
In questi contesti si incontrano pesci più sospettosi e abituati alla pressione di pesca. La tecnica prevede l’uso di esche più piccole, terminali sottili con recuperi lenti e naturali. È consigliabile sperimentare diverse profondità e presentazioni.
Nota: per laghetti dedicati alla trota, consulta la nostra guida “Trout Area”.
Spinning in mare
Lo spinning in mare è emozionante e offre grandi opportunità: spigole, serra, barracuda, tonnetti.
- Tipologie: shore jigging, rock fishing.
- Attrezzatura: canne robuste, trecciati più spessi, terminali resistenti a dentature affilate e fondali taglienti.
- Esche: simili a quelle da acqua dolce ma più robuste e grandi.
Per approfondimenti, visita la sezione “Lo spinning in mare”.
Tecnica: lancio e recupero
Il lancio è fondamentale e deve essere preciso e naturale. Con canne lunghe può essere utile il lancio a due mani per raggiungere distanze maggiori, mentre il lancio sopra la testa o laterale va adattato in base a ostacoli, vento e posizione in sponda. Il recupero dell’esca, invece, rappresenta la parte più creativa della tecnica: è possibile variare la velocità e inserire pause, utilizzare jerkate o twitch per dare movimento all’esca, con l’obiettivo di imitare un pesce ferito o una preda in fuga.
Strategie e approccio mentale
Lo spinning richiede costante osservazione e adattamento:
- Osservazione: colore dell’acqua, attività superficiale, presenza di pesce foraggio
- Adattabilità: cambiare esca, colore o grammatura se i risultati tardano
- Pazienza e perseveranza: non scoraggiarsi se i primi lanci non danno frutti
- Conoscenza dell’ambiente: sapere dove e quando lanciare aumenta le probabilità di successo
Conservazione e rispetto dell’ambiente
La cultura del catch & release è fondamentale: è importante usare ami senza ardiglione, bagnare le mani prima di toccare il pesce e non trattenerlo fuori dall’acqua troppo a lungo. Bisogna rispettare i periodi di chiusura e le misure minime (per esempio, i lucci maturano sessualmente tra 1 e 3 anni). Smaltire correttamente i rifiuti e rispettare la natura contribuisce a garantire un futuro alla pesca. Se si desidera consumare il pesce, va fatto con consapevolezza e sempre rispettando le regole naturali.
Lo spinning è più di una tecnica: è filosofia, movimento, passione e rispetto per l’ambiente.
- Va bene sia in solitaria sia in compagnia (ma senza chiacchiere eccessive)
- Sempre qualcosa di nuovo da imparare: nuove esche, nuovi spot, nuove tecniche e strategie
Se sei alle prime armi, ricorda di consultare “Spinning per principianti”.
Per chi vuole approfondire il mare, la sezione “Lo spinning in mare” è il passo successivo.
Scrivimi pure se hai domande, esperienze da condividere oppure se vuoi dei consigli: il confronto tra appassionati è il bello della pesca!
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